lunedì 11 giugno 2012


Una forgia e una falce

Un minuto fa avevo le finestre aperte
e c’era il sole.
Tiepide brezze
attraversavano la stanza.
(L’ho scritto anche in una lettera.)

Poi, sotto i miei occhi, si è fatto buio.
Il mare ha cominciato a incresparsi
e le barche da diporto che erano a pesca
hanno virato e sono rientrate, una flottiglia.

Il tintinnabolo sotto al portico è caduto
di colpo sotto una raffica. le cime degli alberi
tremavano.
Il tubo della stufa cigolava e sbatteva
trattenuto dai tiranti.

Ho detto: "Una forgia e una falce”.
Certe volte parlo da solo, così.
Nomino certe cose:
argano, gomna limo, foglia, fornace.

Il tuo volto, la tua bocca, le tue spalle
ora sono per me inconcepibili!
Che fine hanno fatto?
E’ come se li avessi sognati.

I sassi che abbiamo portato
a casa dalla spiaggia se ne stanno lì
sul davanzale a raffreddarsi.
Torna a casa. Mi senti?
I miei polmoni sono pieni del fumo
della tua assenza.

Raymond Carver



Nessun commento:

Posta un commento