martedì 20 novembre 2012


(da) Lettera ad Armando Côrtes Rodrigues           Lisbona, 19 gennaio 1915

(…)La mia crisi è del tipo delle grandi crisi psichiche, che sono sempre crisi di incompatibilità, quando non con gli altri, certamente con se stessi. La mia, ora, non è di incompatibilità con me stesso; l’autodisciplina che ho gradualmente conquistato è riuscita a unificare dentro di me tutti quegli elementi divergenti del mio carattere che erano suscettibili di essere armonizzati. Ho ancora molto da intraprendere nel mio spirito; perciò sono ancora molto lontano da quell’unificazione che vorrei. Ma, come ho detto, non è da qui che provengono i motivi del mio attuale sconforto.
La crisi di incompatibilità con gli altri, sia chiaro fin d’ora, non è una incompatibilità violenta come se risultasse da divergenze nitide e dichiarate di entrambe le parti. Si tratta di ben altro. L’ incompatibilità è sentita da me, dentro di me, ed è in me che sta tutto il peso della mia divergenza da quelli che mi circondano. Il fatto che io ora mi trovi a vivere solo viene ad aggravare questo mio stato di spirito, perché mi lascia a nudo con la mia anima, senza affetti e senza interessi familiari vicini che possano sviare da me la mia attenzione. Si aggiunga poi che mi trovo a vivere da mesi in una sensazione di profonda incompatibilità con le persone che mi circondano.
in nessuno di quelli che mi circondano io trovo un atteggiamento verso la vita che sia in sincronia con la mia intima sensibilità, con le mie aspirazioni e con le mie ambizioni, con tutto quanto costituisce il fondamento  e l’essenza del mio intimo essere spirituale. (…)


Fernando Pessoa


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